Sono Daniela, ho 69 anni e nel 2014 sono stata colpita da un’ischemia cardiaca, risolta con un intervento di angioplastica coronarica.
Quando sono stata dimessa dall’ospedale ho attivato le indicazioni dei medici:
Per quanto riguarda l’attività fisica i primi mesi mi sono limitata a passeggiate quotidiane con il mio cane, ma mi sono resa conto che questo non mi bastava, soprattutto perché mi sentivo appesantita e poco agile.
Ho pensato, allora, di seguire un percorso di training fisico presso una palestra specializzata.
Sono stata visitata da un cardiologo che dopo gli opportuni esami strumentali ha concordato con gli istruttori della palestra, tutti laureati in scienze motorie e specializzati in riabilitazione cardiaca il programma delle attività da svolgere:
All’inizio avevo qualche timore nell’affrontare gli esercizi proposti, ma acquistando progressivamente fiducia nelle mie forze, supportata sempre dall’aiuto degli istruttori, sono tornata a svolgere le attività che facevo prima, correggendo, in modo positivo, il mio stile di vita.
Il mio cardiologo di fiducia, che mi vede una vola all’anno, ha confermato i progressi ottenuti con il programma di riabilitazione.
Chi si ferma è perduto
Mi chiamo Gilberto Chiari ho 48 anni e di professione faccio il commercialista.
Amo lo sport ed ho la passione del triathlon.
Domenica 8 Ottobre a Lerici durante una gara su distanza olimpica, mi è venuto un infarto di origine trombitica che mi ha occluso l’arteria coronarica discendente anteriore per l’80/90%.
La sera dell’8 tramite coronarografia sono stato operato a La Spezia e poi dimesso il venerdì successivo.
Per uno sportivo come me è stato davvero una mazzata questo infarto, soprattutto pensare che non avrei potuto più fare attività sportiva ad un certo livello. Infatti il primo pensiero
che viene a chi subisce questo tipo di patologie è quello di limitare al minimo tutte le attività che possono creare stress ed aumentare il battito cardiaco. I medici dall'altra parte
invitano a praticare giornalmente attività motoria. Mi sono trovato quindi nella condizione di gestire la paura nell’iniziare un’attività che potesse stressare il mio cuore e la possibilità
di stare di nuovo male con la prescrizione medica e la voglia di effettuare movimento tutti i giorni.
Ho superato questa mia difficoltà affidandomi ad una struttura che ha personale specializzato nel recupero di queste patologie, in quanto è importante effettuare sia un lavoro di forza per
poter aumentare la capillarizzazione nei nostri muscoli in modo che il cuore faccia meno fatica, abbinato ad un aumento dell’attività aerobica (bici, corsa, ecc…), chiaramente il tutto fatto
in modo graduale e con metodo. Dopo tre mesi e mezzo di lavoro, con due/tre sedute di lavoro settimanale, sempre guidato da personale specializzato, ho svolto degli esami di controllo che
hanno evidenziato un miglioramento della capacità di pompa del mio cuore del 20% rispetto alla mia dimissione.